
PASSEGGIATE ROMANE: LA GARBATELLA - 07 settembre 2025
domenica 7 settembre, ore 18.30
piazza Benedetto Brin, presso la Fontana
con Giordana Buonamassa Stigliani
€ 15,00
"Tutta la Garbatella brillava al sole: le strade in salita coi giardinetti in fila, le case coi tetti spioventi, i mucchi di palazzi, i mucchi di palazzoni marrone con centinaia di finestrelle ed abbaini, e le grandi piazzette cogli archi e i portici di roccia finta intorno.
In una di queste piazzette, al capolinea del tram, Tommaso spippettava nervosamente
tutto apparecchiato, aspettando Irene"
(Pasolini, “Una vita violenta”, 1959)
Secondo la leggenda, il nome del quartiere si deve ai modi gentili e garbati della proprietaria di una trattoria su via delle Sette Chiese, che offriva attenzione e piatti caldi ai viandanti. Tuttavia è più probabile che il nome del quartiere derivi dal metodo di coltivazione dell'uva detto "a garbata".
La costruzione del quartiere prende avvio negli anni Venti, per accogliere gli operai dell'area industriale dell'Ostiense. In piazza Bartolomeo Romano sorge infatti l'edificio degli ex Bagni Pubblici, dove ogni sabato i lavoratori della Romana Gas e dei Mercati Generali, si mettevano in fila per “prendere il bagno”.
Molte persone, in quegli anni, vennero trasferite qui a causa degli sventramenti dei quartieri adiacenti al Campidoglio e al Borgo Pio. Intere famiglie traslocarono alla Garbatella, e con loro c'erano i baraccati che in quel periodo trovavano ospitalità nelle camere dei "falansteri": gli alberghi suburbani con servizi in comune, dove dilagava la povertà.
Oggi, la situazione del quartiere è completamente diversa: con il Teatro Palladium, la biblioteca e la vicinanza della terza Università di Roma, la Garbatella è destinata a diventare un polo culturale della città.
Scopriremo il quartiere, caratterizzato dal barocchetto romano, con i suoi archi, le sue fontane, le sue palazzine, da sempre luogo caro a molti registi che qui hanno ambientato film come “Caro diario” di Nanni Moretti, “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, fino alla più recente serie tv “I Cesaroni”.