GRANDI MOSTRE: CARAVAGGIO E ARTEMISIA. LA SFIDA DI GIUDITTA - 28 gennaio 2021

Venerdì 28 gennaio, ore 14.40
via delle Quattro Fontane 13
€23,00
con Giordana Buonamassa Stigliani

https://www.barberinicorsini.org/evento/caravaggio-e-artemisia-la-sfida-di-giuditta-violenza-e-seduzione-nella-pittura-tra-cinquecento-e-seicento/

Ospitata nelle nuove sale al pian terreno di Palazzo Barberini, la mostra “Caravaggio e Artemisia: La sfida di Giuditta” celebra i cinquant’anni dall’acquisizione da parte dello Stato Italiano e i settant’anni dalla scoperta del celebre dipinto di Caravaggio: “Giuditta e Oloferne”.
Trentuno capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo, inclusa la straordinaria “Giuditta e Oloferne” di Artemisia Gentileschi del Museo di Capodimonte, documentano la dirompente novità della rivoluzione caravaggesca nella pittura a lui contemporanea.
Il percorso espositivo si snoda in quattro sezioni e si apre con “Giuditta al bivio tra Maniera e Natura”, una selezione di opere cinquecentesche che mostrano le prime avvisaglie di una nuova rappresentazione del tema
La tela “Giuditta che decapita Oloferne” del Merisi è il fulcro della seconda sezione dedicata a Caravaggio e i suoi primi interpreti, e inscena un vero e proprio omicidio mediante decapitazione, costituendo un momento di rottura con la tradizione e trovando un corrispettivo solo nella coeva produzione di rappresentazioni sacre e drammi teatrali.
Ci volle però una donna per calarsi completamente nei panni dell’eroina biblica. La massima interprete del soggetto è stata, senza dubbio, Artemisia Gentileschi, cui è intitolata la terza sezione “Artemisia Gentileschi e il teatro di Giuditta”. Tra i molti capolavori riluce “Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne”, l’indimenticabile tela di Orazio Gentileschi, assegnata al 1621-24, ed eccezionalmente prestata dal Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford (Connecticut).
La quarta e ultima sezione, “Le virtù di Giuditta. Giuditta e Davide, Giuditta e Salomé” è dedicata al confronto tra il tema di Giuditta e Oloferne e quello di Davide e Golia, accomunati dalla lettura allegorica della vittoria della virtù, dell’astuzia e della giovinezza sulla forza bruta del tiranno che finisce decapitato.

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